Articolo pubblicato su Speciale Formazione (Agosto-Settembre) Persone&Conoscenze – Ed. Este
L’aula è il laboratorio della trasformazione
“Senza contatto umano, non può esserci una reale crescita personale e professionale”, ne è convinto Franco Gnudi, Direttore della Scuola di Gestalt Coaching di Torino, un percorso di formazione aperto a manager, psicologi, consulenti, formatori e professionisti “che vogliono accrescere le capacità personali di comunicazione, relazione, efficacia e leadership, e facilitare la medesima crescita in altre persone, collaboratori o clienti, nei gruppi di lavoro, nell’insieme dell’organizzazione”.
“Ritengo che l’uso delle tecnologie digitali e virtuali sia destinato a mantenere anche in futuro un’utilità marginale nei percorsi di concreta trasformazione personale e professionale. Certo sono ottimi strumenti di focalizzazione cognitiva e perfino emozionale, ma inadeguati a trasmettere solide competenze interpersonali, che si acquisiscono e si perfezionano solamente nell’interazione tra persone reali. Come ci insegna ottimamente Daniel Goleman (autore di Emotional Intelligence, ndr), la leadership nell’era della complessità ha come orizzonte la creazione di gruppi di lavoro intelligenti e flessibili, capaci di autoregolazione e autorganizzazione, e per far ciò favorisce, anche e soprattutto con l’esempio diretto del leader e/o trainer, una connessione piena e autentica, cognitiva, intuitiva ed emozionale. Il corpo reale, il suo linguaggio e l’intercorporeità sono gli strumenti e i canali indispensabili attraverso cui tale tipo di interazione e comunicazione viene a costruirsi”, chiosa Gnudi.
Per aumentare l’efficacia dell’aula, esperienze importanti possono invece essere quelle in outdoor: “Sono momenti metaforici della vita in azienda e servono per costituire fisicamente il gruppo, per comprenderne esperienzialmente e in diretta le risorse e le difficoltà, i processi e le funzioni, la differenziazione e l’integrazione dei ruoli. Per esempio, alcune arti marziali, in primis tra queste l’Aikido, possono essere una grande via per aumentare la concentrazione e il grounding personale, nonché gestire la propria e altrui aggressività in un incontro costruttivo e creativo.
Altre attività sportive, quali il rafting o la vela o il trekking, forniscono invece grandi insegnamenti per l’esercizio della leadership e del lavoro di squadra. L’esperienza ‘pura’ in sé non è comunque mai sufficiente, ha bisogno di essere masticata ed elaborata poi nell’aula e insieme, con l’ausilio opportuno di un facilitatore/coach, per essere pienamente compresa, assimilata e trasportata per analogia alla vita organizzativa. Altrimenti rimane un momento di svago, divertente, eccitante, gratificante, ma fine a sé stesso”.
“Senza contatto umano, non può esserci una reale crescita personale e professionale”, ne è convinto Franco Gnudi, Direttore della Scuola di Gestalt Coaching di Torino, un percorso di formazione aperto a manager, psicologi, consulenti, formatori e professionisti “che vogliono accrescere le capacità personali di comunicazione, relazione, efficacia e leadership, e facilitare la medesima crescita in altre persone, collaboratori o clienti, nei gruppi di lavoro, nell’insieme dell’organizzazione”.
“Ritengo che l’uso delle tecnologie digitali e virtuali sia destinato a mantenere anche in futuro un’utilità marginale nei percorsi di concreta trasformazione personale e professionale. Certo sono ottimi strumenti di focalizzazione cognitiva e perfino emozionale, ma inadeguati a trasmettere solide competenze interpersonali, che si acquisiscono e si perfezionano solamente nell’interazione tra persone reali. Come ci insegna ottimamente Daniel Goleman (autore di Emotional Intelligence, ndr), la leadership nell’era della complessità ha come orizzonte la creazione di gruppi di lavoro intelligenti e flessibili, capaci di autoregolazione e autorganizzazione, e per far ciò favorisce, anche e soprattutto con l’esempio diretto del leader e/o trainer, una connessione piena e autentica, cognitiva, intuitiva ed emozionale. Il corpo reale, il suo linguaggio e l’intercorporeità sono gli strumenti e i canali indispensabili attraverso cui tale tipo di interazione e comunicazione viene a costruirsi”, chiosa Gnudi.
Per aumentare l’efficacia dell’aula, esperienze importanti possono invece essere quelle in outdoor: “Sono momenti metaforici della vita in azienda e servono per costituire fisicamente il gruppo, per comprenderne esperienzialmente e in diretta le risorse e le difficoltà, i processi e le funzioni, la differenziazione e l’integrazione dei ruoli. Per esempio, alcune arti marziali, in primis tra queste l’Aikido, possono essere una grande via per aumentare la concentrazione e il grounding personale, nonché gestire la propria e altrui aggressività in un incontro costruttivo e creativo.
Altre attività sportive, quali il rafting o la vela o il trekking, forniscono invece grandi insegnamenti per l’esercizio della leadership e del lavoro di squadra. L’esperienza ‘pura’ in sé non è comunque mai sufficiente, ha bisogno di essere masticata ed elaborata poi nell’aula e insieme, con l’ausilio opportuno di un facilitatore/coach, per essere pienamente compresa, assimilata e trasportata per analogia alla vita organizzativa. Altrimenti rimane un momento di svago, divertente, eccitante, gratificante, ma fine a sé stesso”.